Sedersi a un tavolo regionale sulla farmaceutica con i rappresentanti di tutti gli attori coinvolti nella gestione della prescrizione di farmaci: medici di famiglia, specialisti ambulatoriali e ospedalieri, farmacisti territoriali e ospedalieri, Ordini, Asl e la Regione Puglia. Questa è la proposta del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli - che è anche presidente dell'Ordine dei medici di Bari - dopo il botta e risposta dei giorni scorsi con la Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) sulla spesa farmaceutica nella Regione Puglia.
Ad innescarlo, il riferimento fatto dallo Anelli sulla strategia di controllo della spesa farmaceutica, che in Puglia ha sforato il "tetto" previsto, che dovrebbe passare attraverso il potenziamento della distribuzione diretta dei farmaci. Il meccanismo, cioè, precisa la nota di Fnomceo, in cui sono le Asl ad acquistare, con gare d'appalto, i farmaci che vengono poi dispensati attraverso le farmacie ospedaliere per il primo ciclo di terapia.
«Accogliamo con piacere l'invito del presidente della Fofi Andrea Mandelli e del presidente dell'Ordinedei farmacisti di Bari-Bat Luigi D'Ambrosio Lettieri a inaugurare un percorso condiviso, nel rispetto delle differenti competenze e sviluppando feconde sinergie - afferma dunque Anelli -. Sono pronto a firmare con il presidente D'Ambrosio Lettieri la richiesta indirizzata al governatore Emiliano per la costituzione di un tavolo regionale sulla Farmaceutica con la partecipazione di tutti i professionisti coinvolti nella gestione del farmaco».
«Ovviamente qualsiasi percorso comune non può che partire dalla definizione delle competenze - precisa Anelli -, senza inutili e controproducenti invasioni di campo. Il controllo dell'appropriatezza prescrittiva, per esempio, non può essere affidato esclusivamente, come avviene in Puglia, ai farmacisti ospedalieri, perché la prescrizione si fonda innanzitutto sulla diagnosi, che la legge affida al medico. Anche in questo caso il coinvolgimento dei professionisti e il rispetto delle competenze diventano essenziali. Non c'è mai stata l'intenzione di scaricare su altre professioni l'eventuale responsabilità sul controllo della spesa farmaceutica essendo la distribuzione diretta prevista da norme regionali e nazionali alle quali non si può derogare. Condividere questo metodo significa attuarlo anche in altri ambiti in cui le professioni si ritrovano a collaborare - conclude -. È il caso della farmacia dei servizi, fattispecie che abbiamo definito congiuntamente con un Protocollo d'intesa».